Di sicuro chi lo ha visto sarà rimasto impressionato dal bagno mosaico grigio perché è una tendenza degli ultimi anni che ha riscosso molto successo, in tema ristrutturazione, di questo ambiente, così importante che ognuno ha in casa.
Molte persone, nel momento in cui decidono di rinnovare la propria abitazione, partono proprio dal bagno che considerano non a caso, e non ha torto, una priorità, specialmente nell’ottica di rendere abitabile, o rendere ancora più comoda quella abitazione.
La stessa cosa vale nel momento in cui si vuole cambiare casa, e la si vuole rendere più abitabile, perché anche quel caso si decide di lavorare sul bagno, cercando di fare tutta una serie di cambiamenti, come per esempio togliere la vasca per inserire la doccia, anche nell’ottica di ottimizzare lo spazio.
In questo senso il bagno in mosaico è un’ottima idea perché significa non dover cambiare tutte le piastrelle al 100%, visto che comunque in questo caso si va a ricreare un particolare effetto, che ha a che fare con dei vuoti nella parete.
Bisogna anche sapere che è molto spesso le piastrelle non vengono applicate solamente sulle pareti, perché si può decidere anche di utilizzarle per rivestire il pavimento, o altre superfici, tenendo presente che come dicono gli esperti uno dei segreti per creare un bagno armonico e perfetto, e utilizzare le piastrelle mosaiche in maniera strategica e parsimoniosa.
A questo punto sarà molto importante scegliere il colore giusto, che può essere il grigio, ma non solo, perché il focus sarà su trovare qualcosa che trasmetta un’ottima sensazione, e che faccia sentire bene le persone che devono lavorare sul loro bagno.
Sempre secondo quello che dicono gli addetti ai lavori converrebbe al caso in cui c’è necessità di rifare anche i pavimenti di trovare una tinta unita, che abbia a che fare con un colore che si sposi perfettamente con la tonalità presente all’interno del mosaico, come in questo caso il grigio, focus di questo articolo.
Si tratta di un’accortezza importante per alleggerire alla vista l’impatto che si crea quando si entra in quell’ambiente
Quanta parete occupare con il mosaico in percentuale
Una decisione molto importante da prendere nel momento in cui bisogna ristrutturare ha a che fare con la valutazione dell’effetto finale di quel bagno in mosaico, nel senso che c’è chi deciderà di utilizzare questa opzione solo per alcune parti del bagno come per esempio il retro della vasca o della doccia.
Si può pensare di usarlo anche magari per salvaguardare dei muri che si possono ammuffire una certa zona, o ancora per ricoprire la parte posteriore del water sulla parete.
Inoltre è anche vero che più un bagno in mosaico è asimmetrico, e più sarà affascinante, anche se comunque fare una perfetta linea verticale di piastrelle mosaico, non potrà mai dare lo stesso risultato, che si può avere ricreando una fantasia, oppure incastonando le piastrelle e mosaico, alternandole con altre che siano affini.
Una cosa è certa è cioè che per raggiungere i risultati voluti non si può fare tutto da soli, ma bisogna affidare tutto dagli esperti che sapranno scegliere anche i materiali migliori, nonché i più duraturi.
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Curioità sui mosaici:
Origine del termine
Non è facile stabilire con precisione l’origine del termine “mosaico”: l’uomo ha da sempre manifestato una naturale inclinazione a decorare suppellettili o architetture, utilizzando sia pigmenti sia pietruzze già colorate dalla natura stessa.
Lo stesso termine mosaico è di origine incerta: alcuni lo fanno derivare dal greco μουσαικόν (musaikòn), “opera paziente degna delle Muse“; in latino veniva chiamato opus musivum, cioè “opera delle Muse” oppure “rivestimento applicato alle grotte dedicate alle Muse stesse”. Il richiamo alle Muse è dovuto all’usanza degli antichi romani di costruire, nei giardini delle ville, grotte e anfratti dedicati alle Ninfe (ninpheum) o Muse (musaeum), decorandone le pareti con sassi e conchiglie. Quindi musaeum o musivum indica la grotta e opus musaeum o opus musivum indica il tipo di decorazione murale. In seguito si affermò l’uso dell’aggettivo musaicus ad indicare l’opera musiva.
Potrebbe derivare anche dall’arabo muzauwaq, che significa “decorazione”. C’è chi, invece, vi ha visto la radice di un vocabolo semita, soprattutto quando la parola viene usata come aggettivo, che potrebbe legarsi al termine “Mosè“, quindi “pertinente a Mosè”.
Sono state indicate anche altre locuzioni, quali musium che significa esprimere qualcosa con diversi colori, oppure museos nel senso di elegante. Le ipotesi però sono molte e nessuna sembra avere titoli sufficienti per prevalere sulle altre.
Le tessere erano chiamate in greco ἀβακίσκοι (abakìskoi), quadrelli, da ἄβαξ (àbax), (tavoletta), mentre in latino abaculi o tesserae, tessellae.
Storia del mosaico
Il mosaico nasce prima di tutto con intenti pratici più che estetici: argilla smaltata o ciottoli venivano impiegati per ricoprire e proteggere i muri o i pavimenti in terra battuta.
Risalgono al 3000 a.C. le prime decorazioni a coni di argilla dalla base smaltata di diversi colori, impiegate dai Sumeri per proteggere la muratura in mattoni crudi.
Nel II millennio a.C., in area minoico-micenea, si iniziò ad usare, in alternativa all’uso dei tappeti, una pavimentazione a ciottoli che dava maggiore resistenza al calpestio e rendeva il pavimento stesso impermeabile, il che si ritrova anche in Grecia nel V secolo a.C.
A partire dal IV secolo a.C., vengono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che hanno maggiore precisione dei ciottoli, fino ad arrivare, nel III secolo a.C., all’introduzione di tessere tagliate.
Le prime testimonianze di un mosaico a tessere a Roma si datano attorno alla fine del III secolo a.C., per impermeabilizzare il pavimento di terra battuta. Successivamente, con l’espansione in Grecia e in Egitto, si svilupperà un interesse per la ricerca estetica e la raffinatezza delle composizioni.
Tecniche
Si possono adottare molti tipi di materiali sui mosaici, che permettono effetti diversi ed hanno ciascuno i propri vantaggi.
- i ciottoli
- la pasta di vetro: effetto di trasparenza
- i quadrati d’arenaria: taglio facile e resistenti al freddo
- la ceramica smaltata: grande gamma di colori, ma di difficile conservazione
- il marmo: numerosi colori, grande resistenza, ma molto pesante
- l’oro e l’argento: si inserisce uno strato d’oro o di argento in una tessera di vetro; lo strato è protetto e si ha un effetto di luminosità
- il vetro soffiato: effetto di trasparenza più sfocato (Wikipedia)